Cascina Granbego, Associazione di Promozione Sociale aderente Arci, B&B e gestore del Rifugio Escursionistico La Sciverna
English translation below
Cascina Granbego (vedi di seguito per l’origine del nome) è una Associazione che si propone di promuovere attività culturali, artistiche e di ricerca in diversi campi disciplinari, con lo scopo di favorire occasioni di incontro, e progettualità collettiva e condivisa.
Nell'omonimo B&B e presso gli spazi del Rifugio La Sciverna è possibile trascorrere periodi di soggiorno immersi nella natura per escursioniti, turisti, famiglie e gruppi.
Tramite l’Associazione si organizzano eventi e workshops legati al rapporto tra arte, natura e identità dei luoghi. Ma anche attività socio-ricreative con bambini, settimane verdi, laboratori didattici (ad esempio “come si fa il pane o l’orto”), stages formativi per categorie protette, attività con persone diversamente abili, arte terapia ecc.
Gran Bego, il dio ligure delle montagne e dei metalli _ Notizie da una preistoria.
Ai Liguri, sicuramente il più antico e indipendente popolo del Mediterraneo, molte antiche leggende si riferiscono come a una delle più importanti etnie d’Occidente.
La più remota tradizione etnico-religiosa dei Liguri è il culto del dio Bego.
Il dio Bego era la personificazione dei poteri occulti della natura e nume tutelare della vita dell’intera collettività.
Nell'antica lingua bretone (da cui il termine deriva) beg significa punta, cima; begou', plurale, punte, cime, da cui il nome attribuito all'attuale Monte Beigua, antichissimo santuario preistorico, polo di attrazione per le genti di un comprensorio appenninico molto vasto che comprendeva tutto l'attuale arco montuoso della Liguria, parte dell'Appennino tosco-emiliano e parte del territorio basso lombardo, piemontese e francese (fino forse alle propaggini più occidentali della penisola iberica ).
Per tutti i popoli arcaici la montagna rappresentava un simbolo di potenza come pure di elevazione.
Il logo del nostro sito (Fig. 1) è tratto da un’incisione rinvenuta fra le migliaia presenti presso il Monte Bego, l'altro più antico santuario dei Liguri (presso la valle delle Meraviglie, sopra Ventimiglia).
Monte Bego: il regno dei metalli originari, montagna della fede e della paura, paradiso delle vipere.
Secondo una tenace credenza popolare, qui è nato Dio, o un dio: il dio Gran Bego.
L'incisione ritrovata sulla roccia rappresenta la figura detta dell’ orante.
In quasi tutte le tradizioni la posizione dell’individuo dalle braccia alzate verso il cielo simboleggia la realizzazione del desiderio più universale dell’uomo: la conquista dell’immortalità. A volte tale simbolo può rappresentare la divinità stessa, la sua personificazione ( Gran Bego, appunto).
APPROFONDIMENTI
Nelle tradizioni più arcaiche, il significato della figura dell' orante (Fig. 1) appare innegabilmente magico: l'essere umano in piedi con le braccia alzate e gli strumenti in mano (pugnali, attrezzi da lavoro) non implora un favore, ma lo esige. Ecco che allora l’individuo si identifica morfologicamente con l’axis mundi: i suoi piedi toccano la terra, le sue braccia alzate invocano i poteri e la forza del cielo, ed egli si trasforma in mediatore delle contraddizioni.
Ma c’è da fare un’importante distinzione: la differenza di significati dei geroglifici che rappresentano l’individuo dalle braccia alzate ma seduto e quelli che lo raffigurano in piedi. Stare seduti implica una posizione passiva e ricettiva; stare in piedi, al contrario, un atteggiamento attivo e creatore.
Le due posizioni rimandano alla distinzione fra la forma mentis religiosa (passiva, ricettiva, che implora il favore degli dèi) e quella magica (attiva, creativa, che si identifica con la divinità ed esige gli attributi divini).
Si aggiunga che l’orante, il quale esige o è dotato di poteri in quanto coinvolto in un rituale, è spesso rappresentato singolarmente, mentre colui che implora un favore prende parte, con altri oranti, a una cerimonia religiosa (Fig. 2), e quindi è rappresentato in gruppo: solo quest’ultimo caso, in verità, risponde a rigore alla denominazione orante. Nel primo caso, invece, siamo in presenza di un mago.
Se come regola generale l’orante è quasi sempre una manifestazione del sacro (ierofania), e quindi assemblea, comunità che si riunisce, collettività aggregata per dare corpo a un rituale, a volte esso può rappresentare la divinità stessa (teofania), che si manifesta o si incarna in un individuo solo.
Si riconosce nell’orante una teofania quando è associato a qualche caratteristica che gli conferisce l’onnipotenza, ad esempio l’itifallismo (il pene eretto), o la vicinanza/associazione con un animale allegorico (cervo, toro), o l’associazione con uno strumento offensivo (l’ascia o un altro strumento).
* Vedi il concetto di 'scoperta del simbolo come strumento di conoscenza' (Mircea Eliade)
ENGLISH
Gran Bego, the Ligurian god of mountains and metals_News from a distant past.
Certainly the most ancient and independent people of the Mediterranean, the Ligurians are referred to in many ancient legends as one of the most important ethnicities of the West.
The most distant ethnic-religious tradition of Liguria is the worship of the god Bego.
The god Bego was the personification of the occult powers of nature and the protective god of the life of the whole community.
In the ancient Breton language (from which the term derives) beg means tip, summit; Begou', plural, tips, summits, hence the name given to the current Monte Beigua (Mount Summit) -- an ancient prehistoric sanctuary, a point of attraction for the people of a vast Apennine area that included the current Ligurian mountain range, part of the Tuscan-Emilian Apennines, and part of Lombardy, Piedmont and France (perhaps up to the most western foothills of the Iberian Peninsula).
To all the archaic peoples the mountain represented a symbol of power as well as height.
The logo of our site (Fig. 1) is taken from an engraving found among the thousands present at Monte Bego, the other most ancient sanctuary of Liguria (in the valley of Meraviglie, above Ventimiglia).
Monte Bego: the kingdom of local metals, mountain of faith and fear, the paradise of vipers.
According to a strong popular belief, it was here that God or a god was born: the god Gran Bego.
The engraving found on the rock represents the figure known as "the worshipper".
In almost all the traditions the position of the individual with his arms raised to the sky symbolises the realisation of the most universal desire of man: the conquest of immortality. Sometimes such a symbol can represent the divinity itself, its personification (Gran Bego, in fact).
MORE...
In the most archaic traditions, the meaning of the figure of the worshipper (Fig. 1) appears to be undeniably mystic: a human being standing with arms raised and tools in hand (daggers, working tools) not begging favour, but demanding it. Thus the individual is identified morphologically with the axis mundi: his feet touching the ground, his arms raised invoke the powers and strength of heaven, and he turns into the mediator of contradictions.
But an important distinction is to be made: the difference in the meanings of the hieroglyphs that represent the sitting individual with arms raised, and those that depict him standing. Sitting implies a passive and receptive position; standing, on the contrary, an active and creative attitude.
The two positions refer to the distinction between the religious forma mentis (mindset) (passive, receptive, begging the favour of the gods) and the mystic mindset (active, creative, which is identified with the deity and
demands divine attributes).
It should be added that the worshipper, who demands or has powers like those involved in a ritual, is often represented individually, while the one who begs favour takes part, along with other worshipers, in a religious ceremony (Fig. 2), and so he is represented in a group: only the latter case, in truth, answers to the denomination of worshipper. In the former case, however, we are in the presence of a mystic.
If, as a rule, the worshipper is almost always a manifestation of the sacred (hierophany), and also an assembly, a community that gathers, a community aggregated to carry out a ritual, sometimes the worshipper can be the god himself (theophany), manifested or embodied in a single individual.
In the worshipper one can recognise a theophany when he is associated with some characteristics which endows him with omnipotence, such as ithyphalliscim (the erect penis), or proximity/association with an allegorical animal (deer, bull), or the association with a weapon (an ax or another tool).
* See the concept of 'discovery of the symbol as a means of knowledge' (Mircea Eliade)
In allegato trovate l'elenco dei contributi pubblici ricevuti nell'anno precedente dalla nostra Associazione Culturale
Cascina Granbego (vedi di seguito per l’origine del nome) è una Associazione che si propone di promuovere attività culturali, artistiche e di ricerca in diversi campi disciplinari, con lo scopo di favorire occasioni di incontro, e progettualità collettiva e condivisa.
Nell'omonimo B&B e presso gli spazi del Rifugio La Sciverna è possibile trascorrere periodi di soggiorno immersi nella natura per escursioniti, turisti, famiglie e gruppi.
Tramite l’Associazione si organizzano eventi e workshops legati al rapporto tra arte, natura e identità dei luoghi. Ma anche attività socio-ricreative con bambini, settimane verdi, laboratori didattici (ad esempio “come si fa il pane o l’orto”), stages formativi per categorie protette, attività con persone diversamente abili, arte terapia ecc.
Gran Bego, il dio ligure delle montagne e dei metalli _ Notizie da una preistoria.
Ai Liguri, sicuramente il più antico e indipendente popolo del Mediterraneo, molte antiche leggende si riferiscono come a una delle più importanti etnie d’Occidente.
La più remota tradizione etnico-religiosa dei Liguri è il culto del dio Bego.
Il dio Bego era la personificazione dei poteri occulti della natura e nume tutelare della vita dell’intera collettività.
Nell'antica lingua bretone (da cui il termine deriva) beg significa punta, cima; begou', plurale, punte, cime, da cui il nome attribuito all'attuale Monte Beigua, antichissimo santuario preistorico, polo di attrazione per le genti di un comprensorio appenninico molto vasto che comprendeva tutto l'attuale arco montuoso della Liguria, parte dell'Appennino tosco-emiliano e parte del territorio basso lombardo, piemontese e francese (fino forse alle propaggini più occidentali della penisola iberica ).
Per tutti i popoli arcaici la montagna rappresentava un simbolo di potenza come pure di elevazione.
Il logo del nostro sito (Fig. 1) è tratto da un’incisione rinvenuta fra le migliaia presenti presso il Monte Bego, l'altro più antico santuario dei Liguri (presso la valle delle Meraviglie, sopra Ventimiglia).
Monte Bego: il regno dei metalli originari, montagna della fede e della paura, paradiso delle vipere.
Secondo una tenace credenza popolare, qui è nato Dio, o un dio: il dio Gran Bego.
L'incisione ritrovata sulla roccia rappresenta la figura detta dell’ orante.
In quasi tutte le tradizioni la posizione dell’individuo dalle braccia alzate verso il cielo simboleggia la realizzazione del desiderio più universale dell’uomo: la conquista dell’immortalità. A volte tale simbolo può rappresentare la divinità stessa, la sua personificazione ( Gran Bego, appunto).
APPROFONDIMENTI
Nelle tradizioni più arcaiche, il significato della figura dell' orante (Fig. 1) appare innegabilmente magico: l'essere umano in piedi con le braccia alzate e gli strumenti in mano (pugnali, attrezzi da lavoro) non implora un favore, ma lo esige. Ecco che allora l’individuo si identifica morfologicamente con l’axis mundi: i suoi piedi toccano la terra, le sue braccia alzate invocano i poteri e la forza del cielo, ed egli si trasforma in mediatore delle contraddizioni.
Ma c’è da fare un’importante distinzione: la differenza di significati dei geroglifici che rappresentano l’individuo dalle braccia alzate ma seduto e quelli che lo raffigurano in piedi. Stare seduti implica una posizione passiva e ricettiva; stare in piedi, al contrario, un atteggiamento attivo e creatore.
Le due posizioni rimandano alla distinzione fra la forma mentis religiosa (passiva, ricettiva, che implora il favore degli dèi) e quella magica (attiva, creativa, che si identifica con la divinità ed esige gli attributi divini).
Si aggiunga che l’orante, il quale esige o è dotato di poteri in quanto coinvolto in un rituale, è spesso rappresentato singolarmente, mentre colui che implora un favore prende parte, con altri oranti, a una cerimonia religiosa (Fig. 2), e quindi è rappresentato in gruppo: solo quest’ultimo caso, in verità, risponde a rigore alla denominazione orante. Nel primo caso, invece, siamo in presenza di un mago.
Se come regola generale l’orante è quasi sempre una manifestazione del sacro (ierofania), e quindi assemblea, comunità che si riunisce, collettività aggregata per dare corpo a un rituale, a volte esso può rappresentare la divinità stessa (teofania), che si manifesta o si incarna in un individuo solo.
Si riconosce nell’orante una teofania quando è associato a qualche caratteristica che gli conferisce l’onnipotenza, ad esempio l’itifallismo (il pene eretto), o la vicinanza/associazione con un animale allegorico (cervo, toro), o l’associazione con uno strumento offensivo (l’ascia o un altro strumento).
* Vedi il concetto di 'scoperta del simbolo come strumento di conoscenza' (Mircea Eliade)
ENGLISH
Gran Bego, the Ligurian god of mountains and metals_News from a distant past.
Certainly the most ancient and independent people of the Mediterranean, the Ligurians are referred to in many ancient legends as one of the most important ethnicities of the West.
The most distant ethnic-religious tradition of Liguria is the worship of the god Bego.
The god Bego was the personification of the occult powers of nature and the protective god of the life of the whole community.
In the ancient Breton language (from which the term derives) beg means tip, summit; Begou', plural, tips, summits, hence the name given to the current Monte Beigua (Mount Summit) -- an ancient prehistoric sanctuary, a point of attraction for the people of a vast Apennine area that included the current Ligurian mountain range, part of the Tuscan-Emilian Apennines, and part of Lombardy, Piedmont and France (perhaps up to the most western foothills of the Iberian Peninsula).
To all the archaic peoples the mountain represented a symbol of power as well as height.
The logo of our site (Fig. 1) is taken from an engraving found among the thousands present at Monte Bego, the other most ancient sanctuary of Liguria (in the valley of Meraviglie, above Ventimiglia).
Monte Bego: the kingdom of local metals, mountain of faith and fear, the paradise of vipers.
According to a strong popular belief, it was here that God or a god was born: the god Gran Bego.
The engraving found on the rock represents the figure known as "the worshipper".
In almost all the traditions the position of the individual with his arms raised to the sky symbolises the realisation of the most universal desire of man: the conquest of immortality. Sometimes such a symbol can represent the divinity itself, its personification (Gran Bego, in fact).
MORE...
In the most archaic traditions, the meaning of the figure of the worshipper (Fig. 1) appears to be undeniably mystic: a human being standing with arms raised and tools in hand (daggers, working tools) not begging favour, but demanding it. Thus the individual is identified morphologically with the axis mundi: his feet touching the ground, his arms raised invoke the powers and strength of heaven, and he turns into the mediator of contradictions.
But an important distinction is to be made: the difference in the meanings of the hieroglyphs that represent the sitting individual with arms raised, and those that depict him standing. Sitting implies a passive and receptive position; standing, on the contrary, an active and creative attitude.
The two positions refer to the distinction between the religious forma mentis (mindset) (passive, receptive, begging the favour of the gods) and the mystic mindset (active, creative, which is identified with the deity and
demands divine attributes).
It should be added that the worshipper, who demands or has powers like those involved in a ritual, is often represented individually, while the one who begs favour takes part, along with other worshipers, in a religious ceremony (Fig. 2), and so he is represented in a group: only the latter case, in truth, answers to the denomination of worshipper. In the former case, however, we are in the presence of a mystic.
If, as a rule, the worshipper is almost always a manifestation of the sacred (hierophany), and also an assembly, a community that gathers, a community aggregated to carry out a ritual, sometimes the worshipper can be the god himself (theophany), manifested or embodied in a single individual.
In the worshipper one can recognise a theophany when he is associated with some characteristics which endows him with omnipotence, such as ithyphalliscim (the erect penis), or proximity/association with an allegorical animal (deer, bull), or the association with a weapon (an ax or another tool).
* See the concept of 'discovery of the symbol as a means of knowledge' (Mircea Eliade)
In allegato trovate l'elenco dei contributi pubblici ricevuti nell'anno precedente dalla nostra Associazione Culturale